È una sorpresa, davvero, questo dischetto. Perché nel mondo di Etah - one man band dedita al pop contaninato da venature elettroniche - c’è un sentire che, pur essendo perfettamente calato nella modernità, scava nel passato prossimo e lo analizza, destrutturandolo.
Anni 80, refrain d’impatto, testi adeguati al contesto, melodia.
Difficile non restare spiazzati. Così, ascolto dopo ascolto, “Questa strana testa” si rivela essere un disco per l’estate, di quelli d’altri tempi.
Ci sono Camerini e i Baustelle, i Subsonica e Federico Fiumani. Tutti mescolati in un unico frullatore, senza pretese di originalità o forzature verso improbabili attitudini snob, frutto di quell’elettronica dal volto umano che vede come capofila proprio alcuni dei nomi sopracitati.
“Sai che non mi piace” è un piacevole elettropop mutuato da qualche (immaginaria) sigla di tv privata, mentre “Di sabbia” è carica di suggestioni dance e, a sorpresa, cantautoriali. Il tiro si abbassa con “La benzina dello stato”, forse l’episodio più scontato del demo. Ben calibrate, invece, “Dire addio” ed “Insetti umani”, facili e profonde. In ogni caso, la sensazione è quella di aver scoperto un piccolo e grezzo gioiellino pop, sghembo ed obliquo esempio di canzone d’autore felicemente contaminata. A dimostrazione di come l’artigianato indie possa ancora riservare piacevoli sensazioni, con semplicità e naiveté.
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La recensione Questa strana testa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-08-01 00:00:00
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