Mi pare sempre un buon esercizio, osservando la veste grafica di un disco, tentare di intuirne il contenuto. Magari lasciare che da un nome si sprigionino suggestioni, e tentare di scovare indizi, fra i titoli dei brani. Questo ep - "nero" di nome e di fatto - presenta sul fronte e sul retro della copertina due immagini mosse e sfocate, di difficoltosa decifrazione. Spiccano sul nero con i loro colori elettrici: blu, azzurro, ma soprattutto rosso. Ed infatti fra i titoli ritrovo, in "cuori bourdeax", l'idea d'un rosso 'sanguinante'. Altrove emerge una certa sensibilità sospesa e quasi femminina: "il passo che giustifica il tempo", "in attesa". Così scopro nelle note di copertina che Paolo Cattaneo è coadiuvato da una donna, Lidia Riviera, nella scrittura dei testi. Non penso di forzare troppo l'analogia, se mi convinco di intravedere, in questi cinque brani, una commistione di maschile e femminile tipica trip-hop.
Cattaneo è un musicista e compositore bresciano con all'attivo già un album ("l'anima del cipresso", 1995) e diverse esperienze nel mondo del teatro (cfr. http:www.paolocattaneo.it). Per la registrazione ed il missaggio di questo disco s'è avvalso della collaborazione del chitarrista e produttore austrialiano Hugo Race. Tuttavia, nel caso questa premessa lasciasse immaginare suoni rock o new wave, è opportuno avvertire che qui si tratta di tutt'altro ambito musicale. Piuttosto che nell'Austrialia di Nick Cave, qui ci muoviamo nei docks di Bristol. Fra un container e l'altro ci godiamo un po' di sole pallido. E basta sentire in apertura "il passo che giustifica il tempo" per assaporare la cura prestata da Cattaneo agli arrangiamenti, alle sonorità raffinate e delicate di queste composizioni. Per fare qualche nome italiano, mi vengono in mente gli episodi più ricercati dei conterranei Scisma di "Armstrong" o gli ultimi Tiromancino.
Ovviamente il canone trip-hop - Massive Attack, Portishead e le tante note accoppiate uomo-donna del genere - deve essere stato ben presente al momento di registrare brani come "sono ancora qui", o "cuori bordeaux".
Trovo che i testi leggeri e leopardianamente "vaghi" della Riviera ben si sposino con le felpate sonorità di questo cd. Ho ascoltato il tutto con sommo piacere. Il raffinato packaging impreziosisce di molto il contenuto musicale - da solo basterebbe a fugare ogni dubbio circa la serietà del progetto. Consiglio il disco a tutti agli appassionati del genere.
Ed aggiungo: Paolo cerca etichetta. A buon intenditore poche parole.
---
La recensione nero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-08-11 00:00:00
COMMENTI