Lo-fi schizzato per veri superfreak
Ehi tu. Sì, dico a te, giovane (ma anche non giovane) disadattato che ti aggiri solitario per le strade di Bari - o di Asti, o di Capeside (sì lo so che non esiste) – col tuo cappellino e il tuo abbigliamento fuori moda che qualcuno considera hipster ma tu no, sperando di incontrare nel profondo della provincia sconsolata in cui sei nato per errore qualcuno come te, ma poi in fondo anche no, che un po' stai bene anche da solo. Sì, dico a te, piccolo freak di periferia che guardi i film di Zach Braff e disegni strambe copertine di dischi immaginari con tratto infantile e soggetti da bestiario di Daniel Johnston, dico a te: ti senti freak? Ascolta Superfreak. Lui è tuo amico: parla di pesci, di rane, di Bari, fa i video dove suona la chitarra solo soletto vestito da pagliaccio povero e da Babbo Natale, canta e suona come uno a cui non gliene può fregare di meno, uno che si è ritrovato, senza sapere come e perché, a saper scrivere delle pazze, piccole, storte, bislacche canzoni psychofolk e allora asseconda il suo talento senza (apparentemente) starci troppo a pensare, con uno spirito da punk troppo pigro e lo-fi per fare rumore. Meglio i “rumorini”, vero? Allora buon ascolto, amico loser.
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La recensione The ancient fish appreciation society di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-10 10:04:00
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