Inverno, è la stagione e la situazione ideale per ascoltare il primo lavoro dei Malaga Flo.
Direttamente dal Trentino, questo assortito quartetto, caratterizzato da un suono variegato e da un utilizzo considerevole di diversi strumenti, mostra in questo ultimo album tutta la loro dedizione di base per il jazz.
Già dalle prime due tracce, in cui spicca la limpidezza della voce di Aura Zanghellini, contrabbasso e tastiere sono un punto fermo per la struttura musicale della band. "Turnaround" sembra la canzone di traghettamento alla parte centrale dell'album. In questo pezzo, dove trova posto nel verso "orde di scarafaggi tuoi" il richiamo alla curiosa copertina, è proprio il titolo a suggerirci che sta per avvenire un primo cambiamento nella musica successiva. La conclusione difatti del pezzo è caratterizzata da una parte strumentale slegata dal resto delle prime tracce che sembra ricordare l'atmosfera di un piccolo paesino di montagna impegnato in uno allegro walzer.
Continuando, dunque, entra in scena una voce maschile che con più leggerezza nei toni sembra quasi scherzare in maniera un po' simpatica ed un po' erotica con il gioco di lettere "Etta T." Mentre con la successiva "Se questo cirmolo potesse parlare" s'incontra il primo pezzo completamente strumentale con un bel violino di Santini.
Il cambio di passo, però, si solidifica nelle ultime due canzoni. "Orologio" mostra adesso i primi sintomi di funk mentre nel frattempo si tocca il tema più profondo dell'eternità nel testo. Ma è il gran finale di "Juicy Andromeda" a dimostrare che la band ci sa fare anche con l'energia del fusion. La voce è adesso messa da parte per dar spazio al ritmo, al basso elettrico e ad una batteria di Visintainer più orientata al rock.
Ah! Come da sempre buona regola, mai fermarsi con l'ascolto alla prima pausa dell'ultima canzone. Se avrete pazienza una sorpresa country vi accoglierà nel finale suggerendovi magari la domanda: "Quando passate a prendermi?"
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