Un esordio di tutto rispetto per gli Shut Up Munch.
Gli Shut Up Munch si travestono da gruppetto pop rock, e forse è una strategia per addolcire l’ascoltatore. Sì, perché poi partono le distorsioni, l’elettronica ipnotica e le dilatazioni e compressioni del tempo; gli Shut Up Munch sembrano prenderci in giro, camuffandosi con gli abiti del pop facile e ingenuo, e risvegliando di colpo l’attenzione con tecnica e originalità.
Nella maggior parte dei brani, e soprattutto nella seconda parte dell’album, è presente questa “doppia anima” del gruppo, così che ogni canzone diventa una vera e propria narrazione musicale: si parte in un modo, che subisce variazioni di stile e tono, per poi concludere in un altro ancora. Il gioco è interessante e riesce a non stancare troppo. Due osservazioni però sono da sviluppare. Innanzitutto, gli elementi pop e melodici appaiono leggermente sgraziati, e fanno pensare a volte ad un qualcosa di già sentito (sono i casi, ad esempio, di “Nichilismo” e “Non è J”); inoltre, i continui sbalzi d’umore di cui parlavamo, quando non perfettamente dosati, rischiano per sembrare vagamente ridondanti (“Bagdad”, la più debole su questo fronte). Ma gli Shut Up Munch, si fanno perdonare: brani come “Il silenzio di Munch”, “Pope nope” e “Rapporti di forza”, che chiude il disco in bellezza, sono brani che respirano e sprizzano internazionalità da tutti i pori, con picchi aulici e solenni che fanno solo sperare bene per il gruppo. Un esordio di tutto rispetto.
---
La recensione Rapporti di Forza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-10 00:00:00
COMMENTI