BuñuelA Resting Place for Strangers2015 - Noise, Hardcore, Alternativo

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Che questo sia un inizio e non un fuoco estemporaneo, per carità

Fare casino per il gusto di fare casino, senza dover rispondere ad aspettative, codici di comportamento o insolenze male assortite: volumi alti e via, provate voi a fermarci, se ci riuscite. Buñuel è un nome singolo che incrocia le storie di quattro musicisti che saprebbero gestire i suoni cattivi anche se fossero sordi.

Pierpaolo Capovilla torna al basso ed è un piacere sentirlo, lui che è sempre stato tremendamente efficace con questo strumento. Con Franz Valente è reduce dall’ottimo disco del Teatro Degli Orrori: entrambi nei Buñuel formano una sezione ritmica senza mezze misure. È qui, nell’armatura pesante e chiassosa di basso e batteria, che nascono i pezzi di “A Resting Place for Strangers”: basterebbe per ottenere un noise rock vecchia scuola fatto e finito, tra Jesus Lizard e Lightning Bolt. È però Xabier Iriondo - ascoltato di recente con i Todo Modo - a dare ulteriori sfumature. L’effetto è interessante: tanto è solido Capovilla, tanto è sregolato Iriondo. Quest’ultimo svia e disfa a piacimento mentre l’altro martella: la divisione dei compiti garantisce dinamica e fantasia a brani che vanno come siluri. Poi c’è Eugene S. Robinson (figura di culto con gli Oxbow), che qui tiene la situazione in pugno come solo lui sa fare: la sua voce buca gli arrangiamenti rocciosi della band, basta un sussurro e parte un’esplosione. Avercene.

Il risultato? Beh, facile. “I, Electrician” ti prende a botte per meno di due minuti. “Jesus with a Cock” ha tutto ciò che serve: dissonanze anarchiche, ritmi da vertigine e parole che sono qualcosa di più - molto di più - che semplici pietre. “Smiling Faces of Children” è un noise rallentato e insistito, un crescendo disperato ed estremo con distorsioni dense e granulari tipo segheria a pieno regime. È anche il brano più potente del disco, quello che più di tutti racchiude, amalgama ed esalta le diverse esperienze soniche dei quattro musicisti coinvolti. Ecco, i Buñuel riportano i suoni pesanti in prima fila, con un lavoro davvero forte per stile, forza e consapevolezza. Che questo sia un inizio e non un fuoco estemporaneo, per carità.

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La recensione A Resting Place for Strangers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-11 00:00:00

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