C'è una sensazione precisa che si annida fra la paura e lo sgomento; generalmente è riconoscibile come angoscia, quell'attimo in cui basta un rumore strano a farci sobbalzare, vittima di un brivido che scuote la schiena. Ho provato la stessa strana vibrazione appena ho messo su "Prima di iniziare a vivere" degli Whane. In fondo, basta dare uno sguardo alla copertina del disco o leggere semplicemente i titoli delle varie tracce per avere già le linee guida alla comprensione di questo lavoro. Si ha di fronte un immaginario chiuso, limitato, asfissiante, figlio di un'esistenza incerta e confusa, fatta a volte di colori accesi e altre, la maggior parte, di tonalità cupe e oscure. Il disco si regge su un connubio fatto di ritmi al tritolo e chitarre a volte sognanti a volte indiavolate a fare da tappeto alle interpretazioni a squarciagola del cantante. Tutte le tracce si incastonano in una sequenza equilibrata che scivola bene dall'inizio alla fine.
Il disco si muove fra post punk, punk-hardcore e alternative, tutti mescolati benissimo in un insieme originale e appassionante. Il mondo musicale in cui si muovono gli Whane è lontano dalle scene dei grandi palchi e delle classifiche ma non per la mancanza di qualità. I cinque ragazzi di Udine si esprimono in una lingua tutta loro tirando fuori una personalità delineata e invidiabile tanto da lasciarci sbalorditi. L'attesa per i futuri lavori del gruppo è altissima, senza nessun'altra pretesa, se non di ritrovarli fiammeggianti e appassionanti come in questo disco.
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