La prima impressione che si ha ascoltando "Cos'hai in mente?" è senza dubbio che I NASTRI assumano una vicinanza significativa ai modernismi dei Bluvertigo, ma c'è molto di più e non c'è bisogno di scavare troppo in profondità per accorgersene.
"Synthologia" è come un'illusione, parte fredda e distante per poi assumere immediatamente toni rassicuranti che oscillano fra angolazioni e tensioni alienanti e ben presto incontriamo i synth sbarazzini ma forti di "Sono Sveglio" o le avanguardie liriche di "Una Cosa Seria". Le cromature sonore si fanno a tratti liquide e meste con "Sì" e "Il Buio" e il basso continua a pulsare deciso ed insistente in "Cos'hai In Mente?". Nel frattempo il pop si mescola leggero nei suoni meccanici di "Ma No" e il pianoforte à la The Twilight Singers prende piede fra le pieghe elettroniche di "Non So Scegliere", fino alla chiusura caleidoscopica di "Veramente". I NASTRI sembrano giocare con le sfaccettature elettroniche di ogni pezzo, plasmandole, colorandole con tratti brillanti e piacevoli, fluttuando su ogni brano senza paura e con fermezza. Unica pecca? I testi non riescono a trovare davvero il proprio posto, scavalcati spesso dalle architetture sonore circostanti. Una bella prova sgargiante a cui prestare realmente molto più che un ascolto, un bel biglietto da visita per questa giovane band.
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