Presentarsi al pubblico con un lavoro discografico è sempre un traguardo, ma non sempre può essere un successo. Spesso si corre il rischio di fare un passo più lungo della gamba.
La band veneta Black Mask & Gasoline, si presenta al pubblico con il loro primo omonimo ep. La formazione del gruppo è recente e questo dettaglio influenza pesantemente il risultato complessivo, infatti i cinque brani che compongo il nuovo lavoro della band non presentano una particolare originalità. L'ep si apre con "Heaven comes from the hell", un brano dai connotati hard-rock, ripresi anche in "Ain't no fun" e "I don't care", ed è proprio questa la veste che meglio si addice alla band. Il livello esecutivo dei pezzi da parte dei musicisti infatti è abbastanza buono, nota positiva di tutto il lavoro, ma il risultato finale è penalizzato dalla voce del frontman, la cui capacità di interpretazione e scarsa intonazione danneggiano in modo particolare "Wind Arrives" e "I don't care", tanto da invitare allo skip prima ancora di arrivare a metà della canzone.
Il desiderio di pubblicare un progetto discografico per una band è grande, spesso capita che questo desiderio sia però un'arma a doppio taglio. Avere delle buone basi di partenza è comunque una buona cosa, e il primo ep è di per sé un grande traguardo per un gruppo, ma per contraddistinguersi da tutte le altre proposte emergenti, serve qualcosa in più di una semplice passione per la musica e una buona capacità di suonare come in questo caso. Il lavoro dei Black Mask & Gasoline se lo si guarda quindi nel complesso panorama discografico di oggi non spicca per originalità come già detto. Il passo tra suonare sui palchi dei pub e pubblicare un ep può essere breve, ma spesso si corre il rischio di fare un passo più lungo della gamba.
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La recensione Black Mask & Gasoline di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-22 00:00:00
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