"Folk nudo e crudo", così Dainocova presenta il suo "Dark Tropicana". Un disco modesto ma piacevole, con piccole perle insabbiate.
Dainocova parla di “Dark Tropicana” come di un disco di “folk nudo e crudo”; i brani aderiscono quasi tutti alla stesura originale, sono stati registrati in presa diretta e in poco tempo. Una grande voglia quindi di dar vita ad un disco immediato e naturale, quasi “primordiale”, come viene descritto dallo stesso artista. “Dark Tropicana” ci pare all’ascolto indubbiamente un disco di folk semplice e leggero, intimistico e caotico nell’animo; l’ascolto procede fluido e la voce di Dainocova ci culla in un mondo distante e parallelo. Ma diciamocelo: non sembra essere niente più e niente meno che un disco folk, cantato da una bella voce che ascoltiamo volentieri, ma senza particolare entusiasmo.
Ci sono però delle sorprese ben nascoste dallo strato superficiale dell’album; emergono infatti piccoli, a volte piccolissimi spunti interessanti, ma poco approfonditi: il finale di “Fontana fantasma”, l’elevarsi ritmico di “La mia arte” e “Barcaro”, brano di grande forza dove si nota la capacità di una scrittura più personale e meno, se vogliamo, legata al genere o comunque subordinata al racconto musicale. Sono piccoli accenni nascosti da strati e strati di sabbia che andrebbero lucidati e messi in bella mostra. Forse Dainocova, al quarto disco tra album veri e propri ed ep, dovrebbe rischiare di più, magari proprio puntando sulla scrittura e arricchendo le sonorità con una maggiore impronta personale, mantenendone la semplicità.
---
La recensione Dark Tropicana di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-11 00:00:00
COMMENTI (2)
Grazie mille!
Bel disco. Tutto in giorno è la mia preferita.