Carpe Diem è un album che parla con i suoni del post punk e della new wave degli anni 70 e 80, ma che nasconde un cuore che batte al ritmo del punk
I Nocument sono un duo campano composto da un bassista cantante e un chitarrista e cantautore. "Carpe Diem" è il loro album di debutto e arriva dopo un lungo percorso di scrittura, iniziato nel 2012. I brani realizzati nel corso di questi anni, sono figli di molteplici influenze, derivanti da un’unica matrice punk e dalle sue legittime evoluzioni del post punk e della new wave. Killing Joke, Bauhaus, Mission of Burma, Wire e il loro bagaglio di sonorità a cavallo tra la fine degli anni '70 l’inizio degli anni '80, rappresentano alcuni degli spunti che si colgono tra i diversi brani, che a loro volta alternano, mescolano o mettono in evidenza alcune caratteristiche del genere piuttosto che altre.
L’esito è una sorta di camminata altalenante con un’unica grande caduta, rappresentata dai trentacinque secondi di "Filastrocca della terra", una vera filastrocca recitata da una voce infantile, completamente disarmonico e superfluo rispetto al contesto dell’album. I restanti sette brani si barcamenano tra l’anima ribelle e punk, che emerge nel giro di chitarre, nella cassa dritta, nella voce tirata e ripulita dagli effetti di "Skyscraper in the Middle of Nowhere" e "Liar Liar Liar" e le sonorità post punk dove la potenza e l’aggressività si annebbiano sotto il peso dei sintetizzatori e si riempiono di atmosfere trasfiguranti e cupe. Sono un esempio "Seance" e "All the Stupid Thing", quest’ultimo senza dubbio il pezzo più forte nei suoni e dal ritornello accattivante. Non mancano anche alcune derive elettro noise e sporcature rock alla Rise Against in "Martin" e "Brand New Day".
"Carpe Diem" è un album storia, che racconta la volontà di concretizzare un lungo progetto, di materializzare in 8 tracce il lavoro di molti anni rendendo pensieri, accordi e note qualcosa di tangibile e stabile. Gli spunti positivi e i brani interessanti ci sono, ma non sempre le soluzioni musicali scelte riescono a incollare l’ascoltatore a sorprenderlo ed entusiasmarlo. Una fra tutte è la lunghezza dei brani, che essendo molto superiore ai canonici tre minuti ai cui ci hanno abituato radio e streaming, crea facilmente disattenzione e distrazione. Speriamo che l’attimo colto non sia solo un’ombra del passato, ma una prospettiva futura di miglioramento.
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La recensione Carpe Diem di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-11 00:00:00
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