Quando qualità del suono non vuole dire, per forza, qualità del disco
Raramente, da un bel pezzo a questa parte, si sono sentiti degli attacchi di pezzo migliori di quelli che compongono "Mirror", l'album di esordio degli Shining Dust, edito da Seahorse Recordings. Suoni curatissimi, quelli proprio giusti per farci immergere subito in atmosfere cupe ma anche seducenti come certa, bellissima, musica new-wave e synth-pop di una volta. Ma non c'è solo retromania in questi inizio: vi sono anche strumenti elettronici, cesellature di ipad e mille altri effetti ed effettini che ci fanno godere di un, iniziale, grande ascolto. Tuttavia Alessandro Vitaloni, la "mente" che sta dietro agli Shining Dust, in questa cura quasi maniacale dei suoni "si dimentica" di una cosa: ovvero tutto il resto. E come recita il titolo dell'album, "Mirror", Vitaloni finisce per auto-specchiarsi in una dimensione da ingegnere del suono senza macchia e senza paura, trascurando i testi che, sebbene siano scritti in quattro lingue, non paiono mai del tutto convincenti, come lascia perplessi anche l'intera evoluzione delle canzoni, che rimangono sempre un po' meri esercizi di stile, piuttosto che brucianti frammenti della propria anima.
"Samba in the Dark", ad esempio, nonostante un titolo molto accattivante, pare proprio essere un allenamento per sondare la potenza e la giustezza della propria attrezzature di registrazione. Anche "Dusty Trip", il pezzo forse più convincente di Mirror, incomincia con suoni fantastici ma poi, ben presto, si perde in un estetismo, francamente, fine a se stesso. La speranza è che Alessandro Vitaloni, vero e proprio "animale da palcoscenico", posi per un attimo i suoi specchi e inizi a rendere un pochino più imperfette le registrazioni, meno puri i suoi testi ed a sporcare la sua "anima candida" da ingegnere del suono. Dai suoni perfetti, ne siamo sicuri, ma senz'anima, otterrebbe palpitanti canzoni per un album.
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La recensione MIrror di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-22 09:00:00
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