Di solito non recensisco questi dischi. Innanzi tutto perché non mi piace infierire sui gruppi esordienti (operazione altrimenti detta “maramaldeggiare”). Poi non vedo perché esporli al pubblico ludibrio per qualche errore di gioventù. Essendo il loro destino quello dell’anonimato è meglio che se ne rendano conto il prima possibile. Si sente chiaramente dal loro cd che non hanno niente da dire e appare chiaro che nessuno sarà disposto a salvarli. Purtroppo non è così e se recensisco questo cd è per una forma di ribellione contro un sistema che sta degenerando rapidamente.
Sto parlando del giornalismo su internet, ovviamente. Se il punk si è dimostrato una fregatura perché ha permesso a chiunque di esprimersi, se i masterizzatori permettono a tutti di pubblicare un disco, internet permette a chiunque di inventarsi giornalista. Provare per credere. Inserite “quarzo nero” su un motore di ricerca e guardate quante recensioni saltano fuori. La maggior parte, ahimé, positive. La maggior parte pubblicate da fanzine che nessuno ha mai sentito nominare. Il giornalismo musicale è sempre stato moooolto generoso con i gruppi rock un po’ per accondiscendere le case discografiche, un po’ perché se stronchi i dischi poi non te ne mandano più da recensire. Ora però il livello di mediocrità è intollerabile. Adesso chiunque e dico chiunque riesce a trovare almeno un gonzo che parli bene di sé e a quel punto è fatta. Una volta che qualcuno parla bene di te tutto il resto non conta. Non contano i giornali che ti stroncano, non contano i giornali che ti ignorano, conta solo quella recensione positiva.
In giro si trova gente che ha il coraggio di dire a proposito di “Ancora vivo” dei Quarzo Nero che “…il livello musicale del cd è molto buono…” Se questo cd è molto buono significa che siamo fortunati perché allora il 95% dei dischi presenti sul mercato sono eccellenti. Purtroppo non è così. Anzi, è esattamente il contrario, il 95% dei dischi è scadente e questo in particolare si trova nei gironi più bassi. A dispetto di quanto dichiarano i Quarzo Nero c’è ben poco di interessante sul loro cd. In pratica si tratta di uno dei tantissimi cd-r che vengono incisi in Italia ogni giorno, rock da birreria, influenzato da Timoria e Litfiba, con le stesse inflessioni timbriche, gli stessi ritmi e arpeggi e linee melodiche sentite milioni di volte. Alla fine potrebbe essere una sorta di dovere morale quello di stroncare dischi come questi, un modo per affermare che non tutto ciò che viene pubblicato ha un valore positivo, che nessuno ha diritto a una recensione positiva o a un 6 politico e che, anzi, in giro ci sono molti dischi infausti. Questo è uno di quelli.
---
La recensione Ancora vivo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-08-21 00:00:00
COMMENTI