Una band che vince e convince al primo colpo
"Stige" è l'ep di debutto dei Charun, quattro ragazzi sardi che confezionano cinque tracce strumentali in linea con le tipiche sfumature post-rock, intervallate da parentesi puramente metal spietate e violente, nel sound come nell'impatto emotivo.
Apre le danze "Clinamen", un pezzo energico e diretto che scivola via velocemente al primo ascolto, al fine di lasciare spazio alla bellissima ed eleborata seconda traccia, intitolata "De Brevitate Vitae": un'atmosfera spaziale stagliata in un paesaggio idillico a metà tra l'universo conosciuto e un altro tutto da scoprire; otto minuti di intensità melodica emozionante, un crescendo di suoni e sensazioni da alba primordiale conclusi dal più tipico dei muri sonori, da ascoltare ad altissimo volume. Si tratta certamente del pezzo più bello e visionario dell'intero lotto, insieme a "De Tranquillitate Animi", un lento incedere di note lievi che conduce passo passo all'irrompere di suoni taglienti e notturni, in perfetta sintesi con il calare della notte e l'apparire della luna che portano quiete e conforto all'animo dell'uomo, esattamente come se fossimo in una poesia di Giacomo Leopardi. "Divina Voluptas" e "Intermundiae", pur non sfigurando affatto, sono eccessivamente più violente e distanti dalla poesia musicale pura creata nelle altre tracce, ma riescono a risvegliare una furia elettrica che altrimenti rischierebbe di assopirsi troppo nel dna di una band che vince e convince al primo colpo.
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La recensione Stige di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-15 09:00:00
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