Un mare di elettropop riflessivo e nostalgico.
Con la prima canzone, che si chiama come me, i Policrom si guadagnano a scatola chiusa la mia benevolenza. Però un attimo, se poi fa schifo? Tutta la vita a sognare una canzone intitolata col tuo nome e alla fine ti capita uno scarto di Sanremo, sai che sfiga? Ma non è così, per la gioia – anzi la letizia – di tutti: la traccia d'apertura del secondo lavoro del duo è degnissima, così come lo è tutto il resto.
Uno sguardo sulla vita – propria, degli altri, di tutti – obliquo e acuto, fra nostalgia e modernità, cromìe polimorfe ed eleganti, riflessi di luce che si rifrange sulla superficie e sul fondo di un mare che è lo sfondo privilegiato di queste storie: evanescenti, introverse, frastagliate, ondose, si riflettono e si infrangono contro chi ascolta facendo emergere relitti, memorie, tormenti, bellezze e conflitti, con poche parole e i moti di un pop elettronico cantautorale umbratile e umorale, che guarda alla Warp Records ma anche all'Italia dei Drink To Me (da vicino: produce Marco Jacopo “Cosmo” Bianchi), che sembra galleggiare ora nello spazio profondo in assenza di gravità, ora su uno specchio d'acqua più o meno limpido, ora su una marea umana in un sudato club metropolitano; che pulsa a ritmi diversi, lampeggia, si ferma, batte forte, rallenta... come le nostre storie, i nostri sogni, i nostri ricordi, i nostri viaggi, le nostre vite, e quelli degli altri.
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La recensione La Vita Degli Altri di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-02-16 10:05:00
COMMENTI (1)
Ottimi questi pargoli elettronici!