Un disco semplice e leggero dall'anima acustica
Spesso i musicisti si sfogano: ridono, piangono, si divertono, confidando al mondo le loro pene e le loro gioie. Se ciò risulta gradito al pubblico tanto di guadagnato; se, al contrario, questo libero flusso emozionale ristagna, non trovando qualcuno disposto ad accoglierlo, rimane puro e semplice sfogo di un altro, privato di empatia. Francesco Stabile è un musicista che, in questo piccolo lavoro, sfoga riflessioni, dando forma a testi che dovrebbero arrivare a colpire il cuore rimanendo, tuttavia, gradevolmente superflui. Catturano l’ascoltatore per un attimo e poi scivolano via. O forse è proprio questo ciò che egli vuole ottenere?
“Con la luna negli occhi” si affaccerà nella notte senza provare più paura; camminerà verso un nuovo sole nel buio del sangue e della violenza, nutrendosi di speranza. All’alba avrà un nuovo cuore e, insieme agli altri, sarà il muro su cui i malvagi batteranno la testa. E allora sarà festa con il falò in riva al mare. “Hey cowboy” è un ragazzo triste che gioca ancora a far paura con una pistola in mano, sognando una medaglia come gli eroi. Ora è cielo, ora è terra, ma la morte non ha paura di lui; la scoprirà in una notte buia o in un bellissimo giorno di primavera. “L’astronave” arriva sulla Terra piena di persone strane; i cannoni sono puntati, forse scoppierà una guerra terribile. L’uomo sparerà per primo perché aggredisce sempre chi non è come lui. L’accorata “preghiera di un bambino” affamato, rivolge a Dio i suoi affanni in un mondo di ingiustizie e di abusi. L’inferno è l’esistenza e questa è la danza dei pezzenti, la danza di un bimbo che vuole solo una mollica per crescere in solitudine. “Salta Rudy” e “nel pozzo” è chiaro il messaggio della forza interiore di ognuno di noi a rialzarsi, a saltare, a prendere il volo, dopo essere caduti in fondo ad un pozzo scuro e profondo.
Tutto rivestito di musica acustica, dall’anima dolce e ruvida, questo ep scorre via semplice e leggero. Sperando che non sfugga al ricordo come dopo il risveglio, un sogno, o uno sfogo liberatorio.
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La recensione Cafè Utopia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-05-16 00:00:00
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