FEMINA RIDENS SCHIAFFI 2015 - Cantautoriale, Folk, Electro

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Piacevolissima conferma questa, per una cantautrice dalla grande potenza espressiva, incarnazione di un "less is more" in cui non si sente la mancanza di nulla: gli schiaffi arrivano precisi e sodi senza il bisogno di braccia nerborute

C'è qualcosa di meschino e subdolo in questo disco. Gli uomini non comprenderanno mai le donne fino in fondo: le frasi e i suoni torbidi e maliziosi incisi qui, accrescono nota dopo nota, parola dopo parola, la sensazione di mancanza verso un immaginario come quello femminile che probabilmente è necessario non venga mai del tutto decifrato.

Si chiama "Schiaffi" ed è il secondo album di Femina Ridens, al secolo Francesca Messina, cantautrice fiorentina dal ricco background artistico, capace con la propria musica di creare silenzi e grida interiori come pochi in questo momento. Ogni canzone in "Schiaffi" richiede concentrazione, le parole sono pesate una ad una e pronunciate con un'espressività totalizzante, il timbro vocale di Francesca rende unico ogni testo trasformandosi da bambina capricciosa a strega fattucchiera in un secondo, con una tensione sensuale sempre presente.
Tutto ruota attorno alla donna quindi, le esperienze personali, le consapevolezze assunte da una maturità dolce e amara: le ambizioni giovanili disilluse, l'ammirazione verso le atlete dagli addominali d'acciao ("La sportiva") o dalla pop-star di turno ("Come te"), la sciocca invidia per quella lì, che sta con lui più per farti rosicare che per vero amore ("Esisti solo tu"). Alla fine risulta proprio l'invidia, seppur mascherata con l'ironia e le romanticherie, il filo conduttore di gran parte dell'album.
La maturità raggiunta nel comporre brani come "La banalità", dove la chitarra acustica attacca una melodia ripetitiva alla sequenza di beats elettronici e le parole cadono giù dalla bocca come sospiri, riassume tutta la potenza creativa di Femina Ridens:"Saranno dolci le volte in cui ci rivedremo / e sentirà il mio cuore in piena estate".
Una musica scarna quella di "Schiaffi", pochi suoni dosati giocando sull'intensità dei momenti, dove anche i piccoli silenzi tra nota e nota hanno una valenza utile nel coinvolgimento di chi ascolta, come in "Masturbati" (cover di un pezzo del '78 di Andrea Tich), canzone di nemmeno 2 minuti che descrive le sensazioni fisiche e mentali dell'autoerotismo, o ne "L'educazione sentimentale", rappresentazione musicale di una foto studentesca degli anni '80 in chiave folktronica.

Piacevolissima conferma questa, per una cantautrice dalla grande potenza espressiva, incarnazione di un "less is more" in cui non si sente la mancanza di nulla: gli schiaffi arrivano precisi e sodi senza il bisogno di braccia nerborute.

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La recensione SCHIAFFI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-04-01 10:00:00

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