Un’immersione dentro atmosfere liquide e stranianti, da un lato, indemoniate e funamboliche dall’altro, così si presenta il ritorno musicale degli Atom Made Earth, che spaziano tra più generi dal progressive, allo stoner rock, fino alla psichedelia e all’ambient, non rinunciando a qualche accento fusion. Un disco cui ci introduce un coro di voci di bambini su un tappeto ruvido di chitarre distorte che dominano la scena, insieme al synth, in tutte le sei tracce di “Morning Glory”, animato da tempi dispari come in “Reed” e da ritmiche che alternano momenti di relativa quiete ad altri decisamente indemoniati con nel caso della bella traccia “Stac Pt.1”.
L’influenza sul lavoro musicale dei Mogwai, King Crimson e dei Pink Floyd è evidente, ma la band anconetana non sembra volerla affatto celare. Un lavoro che non brilla certo per originalità, sia nella ricerca dei suoni, sia nella struttura e costruzione dei brani, e si esprime con riff e divisioni ritmiche che sanno di “già sentito”. L’eccessiva lunghezza dei brani non è ricompensata da suggestioni o colpi di scena musicali, e per questo rischia alla lunga di far calare l'attenzione all’ascolto.
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