Il Re Tarantola è tornato. Con Paletti dietro la consolle e l’abituale nichilismo allegro a dare man forte.
L’ascolto di “L’artista irrimediabilmente nella merda” serve essenzialmente a comprendere che il suono del Re Tarantola, aka Manuel Bonzi, è meno sgangherato (termine usato non a caso) rispetto al passato più o meno recente. È un segnale che il cantautore bresciano lancia allo zoccolo duro dei fan. in combutta con Pietro Paletti, che il disco lo ha registrato e prodotto. Un salto in avanti, che però non rinnega la sostanza. Non quella dei testi, come sempre ironici anche se talvolta amari, immersi in quel nichilismo allegro (questa gliel’abbiamo rubata dalla pagina facebook…) che si rivela come il principale punto di forza dell’ EP.
Quattro episodi in tutto, rock’n’roll in chiave lo-fi di presa immediata (“Agguati” è il pezzo che trasuda la maggior dose di tranquillità), sporcato da qualche dose di elettronica. Il Re Tarantola si destreggia tra veri e propri manifesti programmatici ("ve lo chiedo per piacere, smettetela di chiamarmi musicista emergente, piuttosto nominatemi artista irrimediabilmente nella merda") e la forza di chi, in dieci minuti, riesce a confermare, senza per questo aver paura di guardare oltre, tutto quel che di buono ha offerto in questi ultimi anni.
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La recensione L'artista irrimediabilmente nella merda EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-05-13 09:00:00
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