Ritorna la soul band lombarda con il secondo, sorprendente lavoro in studio che la proietta tra le migliori espressioni europee del genere
Nell’ultimo decennio stiamo assistendo, a livello underground –con eccezioni mainstream più uniche che rare, leggi Amy Whinehouse- ad un rinnovato interesse del pubblico verso la soul music degli anni ’60, grazie anche all’ascendente ed agli ottimi lavori di artisti come Sharon Jones, Charles Bradley ed Eli Paperboy Reed o etichette come, su tutte, la newyorkese Daptone Records.
Anche l’Italia, seppur decentrata geograficamente –quando non anche culturalmente- rispetto al mondo della musica che conta, ha una sua ormai trentennale e radicata scena di appassionati, dj, ballerini ed organizzatori di eventi dediti all’amore per la soul music. Di soul band vere e proprie ne abbiamo avute storicamente pochine e, sovente, dalla vita breve.
All’interno di questo mondo affascinante e sotterraneo, uno che, con la sua cultura ed il suo basso, c’è sempre stato, facendo del rhythm’n’blues la sua filosofia di vita, è senz’altro Geno De Angelis, che con la sua nuova formazione, il Jane J’s Clan, presenta “Step Into The Groove”, secondo lavoro di studio dopo l’esordio del 2014.
Il Clan è un piccolo, compatto e solidissimo soul train: De Angelis ne è il perno e il carisma, Jane Jeresa l’esplosiva e talentuosa front-woman, Gabriele Bernardi e Stefano De Niglio, rispettivamente tastiere e batteria, gli indefessi, eleganti e martellanti tessitori del groove. Prezioso è, inoltre, l’apporto della sezione fiati di un’altra rhythm’n’blues band nostrana, i Soul Rockets di Olly Riva.
L’album si apre con uno strumentale guidato dall’hammond, che rende subito la direzione artistica del combo: il sorprendente funk di “La Banda Paradiso” che, col suo prepotente incedere, unisce atmosfere blaxploitation al sound cinematico dei poliziotteschi anni ’70 (il maestro Franco Micalizzi su tutti).
Nella title track che segue, ecco finalmente la nerissima voce di Jane Jeresa ad esibire la propria potenza in un brano di matrice Stax e dal gusto gospel. Elementi tipici del sound che fu della Motown sono, invece, la cifra stilistica dell’intenso northern soul di “Thinkin’ Of You” e della bellissima e solare “Rock’n’Roll Stuff”.
Gli strumenti girano alla perfezione e macinano groove, il livello è davvero alto, confermato anche nelle successive, in odor di funky, “Back In Your Arms” e “It’s Not Right”.
“In The Basement”, portata al successo da Etta James, inaugura la seconda parte dell’album, dedicata alle reinterpretazioni di classici e gioiellini misconosciuti del genere che esaltano le doti cristalline dei musicisti e di Jane: “Do Your Thing” di Isaac Hayes, “Baby Don’t You Weep” di Luther Ingram, “Let’s Wade In The Water” di Marlena Shaw e “Just Dropped In (To See What Condition My Condition Was In)” di Betty Lavette.
Grande è la passione con la quale questo album è stato composto, eseguito e prodotto, ma, soprattutto, grandissima è la resa finale del prodotto, che proietta il Clan tra le migliori espressioni, a livello europeo (“blue eyed” avrebbero detto, un tempo, gli anglofoni), di quei suoni e di quella scena musicale. Un disco che è una perla.
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La recensione Step into the groove di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-07-05 00:00:00
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