Lingerie ep 2003 - Rock, Pop, Grunge

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La voce di Eleonora De Luca è assolutamente appropriata per il genere proposto: non c’azzecco mai con le ‘etichette’ musicali - che peraltro detesto - ma diciamo pure che i Lingerie suonano un post-rock melodico tendente al trasgressivo ma stabilizzatosi sull’attendista (con tutto ciò che questa lunga definizione possa significare).

E’ una voce sufficientemente ‘maschia’, quella di Eleonora, che però lascia trasparire - quando meno te l’aspetti - una carica sensuale trascinante. Se ci mettiamo che la De Luca si scrive pure i testi da sola, oltre ad essere la chitarrista della band, siamo già un pezzo avanti.

“Promesse” è banale, ma “Madreperla” ne vale due, di canzoni, con un inciso orecchiabile ma non scadente. Impressionante l’attacco di “Fino in volo”, ‘secco’ ma efficace - quasi un rock à la P.J. Harvey. Non altrettanto può dirsi dell’inciso, ma il cantato fa sempre la sua figura, con una chitarra appunto feroce e felina, continua e cattiva. Echi di Seattle, seppur rammendati e riveduti, per “Gli occhi di glamour”, anche troppo ‘tirata’, quasi velocizzata a forza su un giunge plastificato che rende meno degli episodi precedenti. Si salva, in compenso, la chiusura del pezzo.

Giudizio quindi a metà strada fra l’entusiasta e l’incerto tendente al disfattista. Mi spiego: credo che l’anima di questo gruppo stia tutto nel-la leader (e fin qui non ci vuole molto ad arrivarci), che dunque vedrei assolutamente meglio come chanteuse solista. Ad ogni modo, i Lingerie rischiano seriamente di incastonarsi fino a soffocare in un limbo di difficile decodifica tanto da non convincere né i nostalgici di Seattle né i tranquilli melodici. Insomma, la scelta sonora dev’essere più netta, decisa, e con essa una ricalibrazione del cantato in certe strofe che non convince: sembrano sempre a metà strada fra l’inserirsi nel vetusto - ma dorato e degno - lastricato aperto e chiuso da Pixies e soci ed il rimanere in un prudente e furbo stand-by ‘attendista’. Però, nel complesso, non sfigurano, e probabilmente dal vivo sono assai più ‘ruvidi’. Testi non da nobel ma neanche da cestinare.

Attendiamo la prossima mossa.

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La recensione ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-08-25 00:00:00

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