Kolymbetra è un viaggio per i paesi baciati dal Mediterraneo. Suoni ed immagini tradizionali rivivono nel secondo album dei Domos Emigrantes
Un uomo di spalle col cappello in testa e le valigie in mano, di fronte a lui la strada verso un futuro diverso, forse migliore, sicuramente altro da quello che la sua terra gli poteva offrire. Questa è il logo dei Domo Emigrantes; e non ne potevano scegliere uno migliore o più evocativo. Già, perchè la loro musica ha i suoni della tradizione e della nostalgia.
In questo secondo album, "Kolymbetra", la band di Lodi ha deciso di racchiudere brani originali e appartenenti alla tradizione popolare di tutti i paesi mediterranei. Una scelta variegata che spazia da brani salentini e siciliani fino a quelli dei Paesi Arabi, della Turchia, della Grecia e così via. Insomma un progetto talemente tanto ambizioso da divenire rischiosissimo.
I Domo Emigrantes, però, sono dei musicisti bravi e appassionati, l'alchimia della band si avverte in ogni singola nota. I loro brani divertono, ma sanno anche emozionare come in "Terra Matri", e fanno ballare come con "Pizzica di Torchiarolo".
Stefano Torre, Filippo Renna e Salam Asthi Abdo si alternano nel canto e quando si trovano a fare incontrare le proprie voci l'emozione esplode. Il brano "Leucade" ne è un perfetto esempio.
Violino, lauto cretese e baglama dipingono l'atmosfera di questo pezzo. Inno al mare e alla richezza che esso contiene.
Il disco guadagna punti con i brani cantanti da Salam Asthi Abdo in curdo: "Canè canè" e "Hay le gule". Il primo è una canzone tradizionale del Kurdistan riarrangiata dalla band, mentre il secondo è la cover di una ballata scritta dal compositore turco Mehmet Atli: due canzoni sconosciute al pubblico italiano ma preziose ed interpretate molto bene dai Domo Emigrantes.
Questo melting pot di lingue risuta vincente per la credibilità di un album che vuole raccontare, musicalmente, la storia di tanti culture così antiche e diverse fra loro.
La meticolosità di arrangiamento e di esecuzione è una costante di tutto l'album. I Domo Emigrantes con il loro "Kolymbetra" si guadagnano un posto d'onore nel panorama della musica tradizionale e folk. La loro scelta coraggiosa di tornare indietro per riscoprire ciò che la tradizione aveva da offrire li premia.
A vincere, però, sono soprattutto le orecchie del pubblico che, in questo disco, trovano dei sapori e dei suoni rari che rischiavano di scomparire e che, invece, la band di Lodi ha trascinato fuori dal Mediteranneo come un relitto incagliato. L'ha rimesso a nuovo e l'ha fatto salpare dal porto, pronto per essere visto e ammirato da tutti.
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La recensione Kolymbetra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-24 00:00:00
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