Suoni gentili e testi ponderati, voci delicate ed attitudine anglosassone; il secondo lavoro di Beeside è questo ma anche altro. Il cantautore sardo, il cui universo sonoro molto deve a Leonard Cohen, ha scritto un disco che si sviluppa sul dialogo tra voce, chitarra e pochi altri strumenti, tra alcuni episodi rilassati e strumentali (“A Walk with a turtle”) ed altri più indolenti (“No Sunday in my week”). Nove ninne nanne sporche, che portano al loro interno contrasti e vita scomoda ma li sublimano in musica. Ci sono alcuni ospiti che hanno collaborato ai vari pezzi, aggiungendo qualcosa senza strafare; c'è anche una certa maturità stilistica e compositiva che lascia trasparire dedizione e capacità.
Passando invece alle note dolenti, questo album è uniforme e lineare, nel senso che dall'inizio alla fine rimane sul medesimo livello, senza rischiare o piazzare qualcosa che faccia alzare l'attenzione. Manca ancora il guizzo, il pezzone che porti a gridare al miracolo, una macchia che intorpidisca questo folk anche sotto la superficie. Attendiamo fiduciosi.
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