Prendete un night club degli anni ’70, aggiungeteci una splendida modella seduta ad un tavolo, e infine prendete un investigatore baffuto che la osserva dal bancone del bar attraverso il colore ambrato del suo scotch. Estimatori dei B-movies all’italiana, nonché di quella celebre saga erotico-drammatica che ebbe per protagonista Emanuelle, i Kotiomkin mescolano i cambi di ritmo tipicamente stoner con l’arte antica della sonorizzazione filmica, rendendo labile e quasi irriconoscibile il sottile confine tra le due sonorità.
Profondamente ipnotico e al tempo stesso di una potenza ritmica devastante, questo disco d’ esordio non deve tuttavia essere catalogato come ennesimo tentativo di scimmiottare il nostro glorioso passato di arrangiatori cinematografici: se infatti in quasi tutte le tracce sono presenti battute tratte dalle pellicole di Emanuelle - eccezion fatta per il brano d’apertura, che rievoca la scena de “Il Secondo Tragico Fantozzi”, in cui il Geometra Calboni ordina da bere con tipico savoir-faire da Casanova – esse non sono altro che un piccolo omaggio all’interno di un complesso thriller, musicato ma non ancora sceneggiato, nel quale cui chi indaga è proprio la bellissima Emanuelle, la quale si introdurrà in una setta (del dio “Kito”) per far luce sui delitti compiuti in città.
Una storia ancora da scrivere, ma che ha già trovato un perfetto tappeto sonoro, che al posto dei classici ottoni e fiati lascia spazio alla libera improvvisazione delle chitarre distorte.
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