Un black metal sinfonico tagliente, ricco di tastiere e perciò epico, ma a tratti molto cupo, fino ad affondare i suoi artigli nella memoria più classica del genere
La strige nell’Antica Roma era portatrice di sventure, una creatura ematofaga assimilabile all’odierna concezione di vampiro o in secondo luogo a quello di strega; un essere oscuro il quale nome di rispecchia perfettamente la musica proposta dalla formazione pugliese, che per l’appunto prende il suo nome. Gli Strige, infatti, propongono un black metal sinfonico tagliente, ricco di tastiere e perciò epico, ma a tratti molto cupo, fino ad affondare i suoi artigli nella memoria più classica del genere, ovvero i primordi che rimandano all’heavy metal. Qua non si gioca certamente su una sorta di effetto nostalgia, ma più sulla memoria storica, e non solo del genere in sé, ma della propria discendenza; perché la tematica centrale dei testi è incentrata principalmente sulla loro terra natia: la Puglia, oltre che a quella storica dell’Impero Romano. Sempre mantenendo dei testi, in italiano, dai toni assimilabili all’epicità della musica proposta, la voce di RobGore si alterna molto bene con i controcanti in scream di Angy Impure Domaim. Complessivamente i quattro pezzi, ai quali si aggiunge una cover dei Goblin - il tema principale di "Tenebre" di Dario Argento - suonano in modo molto preciso, per essere un’autoproduzione, e completo: una prima prova più che convincente che lascia spazio sicuramente alla curiosità di voler ascoltare un album completo.
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La recensione Consector di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-31 00:00:00
COMMENTI (1)
Angy Impure Domain canta (cori) solo in Tenebre (Goblin Cover)