Terzo capitolo discografico per i bergamaschi SOCS, che ci catapultano in un mondo fatto di rude rock'n'roll ed eccessi grazie a “Demoniac Monsters with Masonic Eyes”, prodotto dall'etichetta My Own Poison Music.
Un microcosmo costellato da personaggi, storie e situazioni capace di evadere dal quotidiano: parte da questa chiave di lettura l'album, un long play rinconducibile al garage rock (per l'impronta sonora di cui ogni brano è intriso) e al punk (per le progressioni ritmiche ossessive e l'immediatezza dei testi). Il cantato in inglese risulta efficace e credibile, mentre sorprende positivamente l'evoluzione musicale che si osserva proseguendo nell'ascolto: il sound impatta con effetti sempre maggiori, strizzando l'occhio allo stoner negli episodi finali. Brilla l'ottava traccia, “Banana Affair”: ha potenziale da singolo e dinamiche melodiche che fanno il genere.
Ascolto convincente: non sbagliano la terza pubblicazione i SOCS, che producono un buon disco garage supportato da panorami immaginifici particolareggiati e organici; forse in futuro solo qualche sperimentazione ben riuscita potrebbe segnare standard qualitativi ancora superiori per una band che funziona già efficacemente.
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