Una delle serie tv più belle degli ultimi anni è "Justified". Ambientata nella contea di Harlan, in Kentucky, "Justified" mostra un’America primitiva, realistica e mediamente spaventosa, in cui gli eventi volgono per il peggio con un ritmo lento ma costante. In mezzo a quelle baracche, fango, cowboy e whisky, gli Out South sarebbero stati assolutamente a loro agio. La “Dustville” della band strumentale siciliana (Lorenzo Colella alla chitarra, Luca Lo Bianco al basso e due Waines alla chitarra e alla batteria, Fabio Rizzo e Ferdinando Piccoli) è una città di polvere, pigrizia, asfalto e deserto: pensate a che colonna sonora avrebbero potuto tirare fuori per lo show del canale americano Fx.
Il disco ragiona sul concetto di un blues basilare, al quale aggiungere sfumature differenti, dal rock al country, per un suono generalmente rilassato anche se non privo di una certa tensione elettrica. “Red Towers” è un bell’esempio di psichedelia con ritmi spezzati, formula azzeccata per dare un piglio piuttosto inconsueto e dunque interessante a una proposta tutt’altro che passatista. “Mali” piace molto per via di quell’atmosfera acustica e brillante da sud del mondo in festa, roba da spiaggia, sabbia e oceano tutto intorno: un luogo comune, va bene, ma d’altronde questo è tutto ciò che resta a chi è assediato dalla propria quotidianità metropoliana. Con “Balm” sembra di sentire dei Ronin con maggior groove e profondità a sostegno dei fraseggi delle chitarre: niente male. Mettete allora gli Out South e lasciate scorrere le tracce: sono canzoni che si adattano perfettamente a un fine settimana dal passo diverso e meno frenetico.
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