Beh, che un disco di nu jazz ed elettronica arrivi da Catania non può che far piacere. La città ha prodotto e produce grandi cose, ma che sia tutta "rock americano-dipendente" non era proprio possibile. Qui si coltivano differenze e diversità, e quindi evviva!
Passando al sodo, Msk è in realtà sigla per nasconder la personalità di Antonino Musco, che di tutta l'operazione è capitano ed equipaggio insieme. Tra le influenze, Captain Musco cita il genio sregolato e ispido di Thelonius Monk, di cui offre in effetti qui la cover "I Mean You": e ben si vede come operi il processo di raffinamento e levigazione del nu-jazz, volto a smussar spigolosità producendo eleganti ed armoniose forme d'arredamento sonoro. Altrove invece il clima si fa più teso, quasi aspro, come nella successiva "Ence's dream" (ideale colonna sonora di un porno, visti i gemiti campionati), che riporta alla mente un altro dei grandi numi tutelari proclamati da Musco: Aphex Twin. Si tratta comunque sempre di una tensione più sotterranea che scoperta, che non fa che confermare il porsi del progetto Msk a cavallo tra nu jazz ed elettronica.
In generale, però, il disco suona gradevole e nulla più, ribadendo il momento di stanca di tutto il genere, dopo i fasti di qualche anno fa. Rimane da augurarsi che Msk riesca per conto suo superare l'impasse.
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La recensione Minimal di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-06 00:00:00
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