Oltre un anno fa, all'ascolto di "#UnaGiornataDiMerda", scrivevo che per i P4TM fosse necessario commissionare un test antidoping, visto e considerato il contenuto altamente infiammabile di quel disco e la loro crescita costante.
A posteriori devo ammettere che mi ero sbagliato: "Fuori" allarga ancora di più i confini della musica battuta dal terzetto, rivelandosi un disco bello oltre ogni aspettativa. Perché, a differenza del precedente, dove si giocava sulla costruzione di un vero e proprio muro di suoni, stavolta i tre tentano un approccio che fa delle sfumature la qualità principale. Sia chiaro: non dimenticano di essere una band dallo spirito tipicamente punk'n'roll, per cui - tranquilli - troverete ancora le canzoni con quello specifico piglio ("Un abile tattica", "Un dono solenne", "La buona sorte di Piero", "Putiferio"), a soddisfare i palati più esigenti e i nostalgici amanti di certe sonorità (Red Worms' Farm e Fluxus in testa).
La bella sorpresa sono però quegli episodi di un ipotetico nuovo corso, che abbraccia splendidamente sonorità acustiche e arrangiamenti in gran parte inediti per la cifra stilistica di questa formazione. Tanto da non farsi alcun problema nel piazzare in apertura "Il mio complice", scelto anche come singolo e che musicalmente li avvicina alla formula degli Spoon. Ancora piú radicale "Gli anni della cuspide", la cui ossatura completamente acustica finisce, ascolto dopo ascolto, per convincerci in maniera definitiva sulla bontà di quest'opera. Molto saggia e condivisibile la scelta di alternare i brani in scaletta, affinché l'ascolto non venga appesantito e si possano gustare meglio le sfumature di cui sopra.
Prima di chiudere occorre spendere due parole per raccontare di "Marinai", dove i Nostri trovano presumibilmente la quadratura del cerchio tra vecchio e nuovo corso, grazie ad un testo ricco di immagini evocative ("Marinai, marinai, figlie da baciare / Come fanno ad incontrarsi tra le stelle e il mare / Siamo noi, siamo tutti che dobbiam tornare, siamo stati già puniti, non dimenticare") incastonato alla perfezione in un arrangiamento tanto scarno quanto affascinante. A riprova che che qualsiasi idea abbiano in testa, al momento i 3 riescono a concretizzarla risultando credibili sotto ogni punto di vista.
Va da sé che "Fuori", esattamente come il precedessore, si guadagna fin da ora il suo posto nella mia personale cinquina del 2016. Sarò ripetitivo e abitudinario, ma tocca a voi trarne le conclusioni.
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