Una sera di fine estate, primi anni Novanta. In un bar di una qualsiasi località balneare italiana, una volta rinomata ma ora in condizioni di inarrestabile decadenza, uomini dai capelli canuti sorseggiano stancamente una bibita analcolica seduti ai tavolini, mentre bambini un po’ più vispi sparano le loro ultime cartucce prima che i genitori li portino a dormire. In un angolo, due ragazzi con una tastiera cercano di perpetuare la tradizione del pianobar, senza destare particolare interesse. Ecco, questa è la situazione più rosea che io riesca ad immaginare per i pur volenterosi Limelight.
In questo cd-demo propongono un pop italiano piatto e melenso, senza alcun mordente. Dicono di ispirarsi a Paola & Chiara, ai Gemelli Diversi, agli Articolo 31. Ma se avessero imbroccato anche soltanto una fortunata intuizione commerciale propria di questi artisti, potrebbero almeno sostenere di aver raggiunto il loro scopo. Tuttavia, anche un simile risultato è nettamente fuori dalla loro portata.
Va bene il discorso della registrazione “casalinga” (anche se questa non può essere invocata a scusa totale di una mancanza sostanziale), ma il sound risulta eccessivamente scialbo e si distingue solo per un noioso riciclaggio di clichè vecchi di più di un decennio. I testi poi, di una banalità imbarazzante, sembrano scritti da un ragazzino in età pre-puberale (esemplare in tal senso “Mille e una nota”, dedicata alle loro esperienze “sentimental-pruriginose” nelle chat di internet).
Solitamente a tutti, dopo un esordio (eufemisticamente) zoppicante, si concede una prova d’appello. Ma in questo caso specifico vorrebbe dire oscurare completamente la propria coscienza critica. Mi pare proprio che non ne valga la pena.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-06 00:00:00
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