Mentre in passato i dischi degli Ovo erano registrati all’insegna della più pura e demente spontaneità, questo cd segna una svolta, partendo da composizioni più ponderate e arrivando a una rifinitura di studio molto più attenta ai particolari. Non si tratta comunque di una svolta clamorosa, visto che a dominare la scena è ancora lo spirito anarchico e deviante che ha sempre contraddistinto questo gruppo di Milano.
Il precedente singolo, condiviso con KK Null, lasciava intravedere interessanti sviluppi elettronici e soprattutto il supporto fornito da Miniwagonwheel dei Rollerball aveva particolarmente convinto. Personalmente ritengo fosse quella la strada da seguire, ma invece di dare continuità alla collaborazione o esplorarne di nuove per infondere nuova linfa alla loro carriera, gli Ovo si sono chiusi a riccio all’interno della propria personale tradizione, in un’intimità quasi coniugale visto che Bruno Dorella e Stefania Perdetti (già nelle Allun) fanno coppia anche nella vita.
“Cicatrici” nasce appunto all’intersezione tra Ovo e Allun in un universo di sconclusionata no-wave che si eleva al quadrato in virtù del reciproco apporto. Dissonanze, vocalizzi senza senso, scordature, rumori molesti e strutture oblique dominano tutto il cd, ma purtroppo si comincia ad avvertire un senso di stanchezza. Insomma, parliamoci chiaro, quante volte abbiamo sentito le urla invasate e le stecche rumoriste di “La peste”? Un neofita rimarrà sicuramente colpito, ma chi ha una minima conoscenza del rock estremo proverà solo un certo fastidio, nel senso che la predeterminata sgradevolezza delle dissonanze, invece di ergersi a compiaciuta soddisfazione per lo sputo in faccia alle regole costituite, si limita ad essere sgradevole e basta.
A riprova di quanto esposto mi sembra che siano proprio i brani più melodici e/o accessibili quelli che mostrano una maggiore freschezza di ispirazione. I due brevi brani di apertura e chiusura, ad esempio, “Candida” e “Signora bella con cane gentile” nati da una sessione con Bill Horist (chitarrista avant di Seattle) e Fabrizio Modenese Palombo dei Larsen, dimostrano quanto le collaborazioni esterne possano essere fruttuose. Anche altri due brani atipici quali “Ombra nell’ombra” e “L’anno del cane” mostrano spunti interessanti proprio nelle parti più accessibili. Il primo crea un clima di suspense attraverso evocativi rintocchi psichedelici e inquietanti rumori ambientali; il secondo è un salmo esotico che assomiglia a una parodia dei mantra orientali data in pasto a un animale non ben precisato che di contro fornisce la parte vocale.
Chiude il cd una jam dal vivo all’insegna della psicosi rumorista che soddisferà tutti i seguaci del gruppo. Ma come già accennato questo è un cd destinato più ai nuovi che ai vecchi fan.
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La recensione Cicatrici di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-07 00:00:00
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