Hanno un gran bel suono i Trompe Le Monde. Densità, impatto e volumi: girate al massimo le manopole, tutto il resto è acufene. È un disco che in qualche modo riproduce un certo modo di fare rock, tipo Zeus! ma con un approccio più tradizionale e anni '90: dunque riffoni, riffoni, riffoni. “Doxa” parte come un grunge vecchia scuola, tutto stacchi e distorsioni. È un pezzo potente, anche se sembra un po’ irrisolto - pare di ascoltare un’introduzione moltiplicata per cinque - con in più delle svisate un po’ cazzone nel mezzo, tra Primus e suonerie polifoniche Nokia. “Blob” prende il monologo famoso sulla televisione del film “Quinto potere” e lo infila dentro a un arrangiamento poderoso in 7/4 che quando apre le bocche di fuoco fa un bel botto. “Disfunzione” non si discosta dalla formula della band e alterna guerra e pace in maniera piuttosto convincente, con il basso distorto a fare da tappeto elastico alle rasoiate della chitarra. Sarebbe interessante sentirli con una voce lì, tra questi riff.
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