Originalità e freschezza creativa, una ventata di aria pura e luminosità in un 2016 abbastanza grigio lì fuori nel mondo
A tre anni di distanza da "Growing Back" i Labradors tornano in scena con un nuovo lavoro, "The Great Maybe", anticipato dall'ep "Hate Summer" e dal bellissimo singolone "Paws". Si tratta di una collaborazione di tre etichette indipendenti, con To Lose La Track a fare da portabandiera: il risultato è ovviamente molto più che positivo.
Il trio comasco mette insieme undici tracce che potrebbero far parte delle vostre migliori compilation primavera-estate 2016 e anche degli anni a venire. "The Great Maybe" è infatti un disco che sarebbe potuto uscire agli inizi degli anni duemila con lo stesso effetto che fa uscendo oggi: una ventata di freschezza e decibel in grado di rendere l'atmosfera elettrizzante dall'inizio alla fine dell'ascolto. L'inizio soft di "I Won't Let Anyone Hurt You" inganna con il suo incedere da tipica ballata pop rock, per farci tuffare un attimo dopo nei riff potenti e spensierati della title track e di "Jasmine" dove il vocalist, che senz'altro deve parecchio all'immenso maestro Dave Grohl, ci regala momenti da singalong istantaneo che non ci abbandonerà più per tutto il resto del disco. Le atmosfere brit pop di "Mario" e il rock melodico di "Terrible Friend" non nascondono una certa affinità con le atmosfere dei Teenage Fanclub. "Big Sure" impatta alla grande al centro dell'album, un pezzo che convince immediatamente e che ti entra in testa al primo ascolto. I toni tornano a farsi più morbidi con "All I Have Is My Heart", con il power pop a fare da padrone assoluto anche nella già citata "Paws", prima di arrugginirsi di nuovo nella bellissima "Strangelove", dove la bassline è trascinatrice vera del pezzo. "Someone Else" fa da apripista al brano più lungo del lotto che è anche scelto come pezzo di chiusura, "Tearing Up The Globe", dove le prepotenti sonorità alla Foo Fighters tornano a comandare.
"The Great Maybe" è un disco che va ascoltato rigorosamente ad alto volume, ha il pregio essenziale di poter essere ascoltato un po' dove volete, che siate a casa, in macchina, a correre o in bici. Un disco adatto a qualsiasi momento e a qualsiasi umore, di facile ascolto ma anche ricco di spunti, originalità e freschezza creativa, una ventata di aria pura e luminosità in un 2016 abbastanza grigio lì fuori nel mondo.
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La recensione The Great Maybe di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-30 00:00:00
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