Un disco che incrocia magnificamente french touch, derive lounge da bordo piscina e riflessioni di un disco-dancer.
La seduzione malinconica di una pista da ballo nel punto esatto della fine dell’estate, della fine di un amore, di un desiderio che si frammenta in briciole di stelle atte a illuminare per il tempo che resta. “Last for Motifs”, primo album per il giovanissimo producer Maiole (classe 1995), è la somma di piccole tristezze che si sciolgono nella dance, è il pop elegante che insegue i beat per abbracciarli, è l’atmosfera che si fa leggera anche se quel pensiero fisso non s’allontana. Otto brani che incarnano una visione chiara dell’elettronica: la passione che si fonde con un’attitudine raffinata, i suoni puliti e la dancefloor, i tramonti e l’ultima notte insieme.
“Tawanshine” apre morbida per sposare le luci della strada mentre corriamo l’uno verso l’altro, “Unsure (But There’s More)” è così minimale ed eterea da spingere i piedi a muoversi su pavimenti disegnati nel cielo, ché in fondo tutto è possibile, tutto è ancora da sognare e risplendere in quest’ultima notte, rendiamola eterna con la musica giusta. Il groove e i fuochi fatui dell'adolescenza, l'innocenza che si perde per diventare consapevolezza, e ogni cosa è lieve e fluida, e luccicante: “Forward, Nowhere” e “Bestbelief” chiudono col sapore di un bacio rubato un disco che incrocia magnificamente french touch, derive lounge da bordo piscina e riflessioni di un disco-dancer, che continua a ballare all’infinito mentre qualcosa di prezioso finisce.
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La recensione Last for motifs di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-08-02 10:00:00
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