Cinque perle quasi lasciate grezze dal mare, come per non disturbare. L’ep “Vesto male” del cantautore Igor Pitturi contiene altrettante tracce di leggera fresca bellezza, con testi appuntiti e suoni acustici: voce, chitarre, piano, basso batteria e sax contralto. È abbastanza normale non sentire “Niente dentro”, dice la prima canzone in cui, tra filosofia e ironia, due corpi sono costretti a rivedere le proprie “prospettive future che sottendon la presenza o l’assenza dell’uno nell’altrui orbita vitale sottoforma di un semplice: ci vediamo?”. Se in “Eastwood” va in scena la fiera dell’assurdo, “Nozze allo stagno” è un breve, intenso e ritmato divertissement: il racconto di un innamoramento da Peroni e delle delusioni successive ma, come si dice, l’amore non è bello se non è litigarello. Ci sono poi tanti modi di “Eiaculare”, anche poetici, anche “in testa alla gente in una danza incandescente sotto un sole iridescente con la musica che si ode distante e il seme che sgorga, che canta presente”. “Gino il pescatore” è una storia tutta da ascoltare, con tre protagonisti: Gino, il micio rosso Paco un poco “loco” e Nadia alla deriva.
Queste cinque piccole perle sono ricche di creatività, ispirazione, intelligenza e divertimento. Sono talmente spontanee da far sorgere il dubbio che siano sgorgate naturalmente, in attesa che l’autore si convinca a occuparsi totalmente di loro. Non resta quindi che aspettare un album completo.
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