"Antera" è un po' come iniziare a praticare esercizi di meditazione. Devi metterti lì, a sedere, occhi chiusi e via respirare, concentrandoti solo sui suoni circostanti. Ed è così che ci si immerge nelle cromature lisergiche di "Libellula", che è come un'onda che torna ad infrangersi sui sassi del litorale, continuamente, senza fermarsi, ma sempre al rallentatore. La seguente "La passione di McGuffin per il giuoco d'azzardo" è invece più incalzante, nervosa e tesa con un filo di voce leggero ma lontano, come se provenisse dalla nostra coscienza, mentre "Il grande vuoto" è come volteggiare in cerchio su suoni psichedelici e dilatati, a tratti post-rock e più ruvidi, sempre in procinto di osare di più. Il breve ep si conclude con "A proposito di droga", brano che si imbizzarrisce un po' (finalmente), per distaccarsi lentamente da terra e provare a spiccare il volo fra divagazioni più psycho e fluttuazioni oniriche deliranti. Quattro pezzi ben composti ma che non riescono ancora a dirci molto di Karoshi e a farci capire la direzione che questo progetto vuole prendere. L'inizio è buono, ma c'è ancora del lavoro da fare.
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