La colonna sonora perfetta del tuo film immaginario
Cammini che sembri un regista distratto e ispirato al tempo stesso, metti a fuoco i tuoi personaggi - non servono i filtri di Replay, basta solo l’occhio giusto e tu quello ce l’hai - e trasformi le strade nel tuo piano sequenza definitivo. Hai tutte le carte in mano, al resto ci pensa Music for Eleven Instruments: ottime canzoni, qualche creatura strana e una predisposizione a ciò che è bizzarro e fantastico. Una colonna sonora mica male insomma per il tuo film - immaginario per gli altri ma meravigliosamente reale per te.
“At the Moonshine Park with an Imaginary Orchestra” è un album molto bello, con un lavoro di produzione francamente superiore a tante realtà italiane, non solo indipendenti. C’è da restarne estasiati, in certe tracce. “Ghost Dogs” accredita Music for Eleven Instruments come un credibile Sufjan Stevens italiano: l’arrangiamento zeppo e zuppo di sonorità dalle origini più disparate - corde, bacchette, dita, archi e fiati - sembra pattinare nell’Illinois scintillante e orchestrale raccontato un decennio fa dal cantautore statunitense. “Good Morning Imagination” è un buongiorno alla maniera dei Beatles: il pop come unica medicina efficace contro le cattive notizie. “Fragile Butterfly Wings” spiazza con quella sua tastiera alla M83 che volteggia e stravolge a modo suo un giro indie pop che più tradizionale non si può: poteva essere un disastro, ne è uscito un piccolo capolavoro. Perché a rendere significativo il progetto Music for Eleven Instruments è proprio la ricerca dell’arrangiamento perfetto da costruire intorno a brani tutto sommato semplici. Non è facile: capisci il lavoro che c’è dietro quando ascolti il 7/4 di “Little Spiteful Thoughts”, che scivola con naturalezza dall’inizio alla fine senza che il batterista sembri in preda alla pertosse. Ottimo disco davvero.
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La recensione At the moonshine park with an imaginary orchestra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-29 10:00:00
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