Mono e' un progetto parallelo degli Abarthjour Floreale, band della quale ho gia avuto il piacere di parlarvi in passato.
Suoni apparentemente scarni che si materializzano da lontano, immergendo le sensazioni di chi ascolta in atmosfere dense di calore strumentale e controtempi elettronici, questo e' il mondo che circonda questo interessantissimo lavoro autoprodotto.
I sei episodi del MiniCD si caratterizzano per la scelta di sonorita' che molto si avvicinano ad alcuni brani degli ultimi Massive Attack, con la preferenza per accenti piu' cupi e una drum machine che mantiene il battito piuttosto lento, impennandosi raramente.
Come negli Abarthjour Floreale, la voce femminile viene equiparata a uno strumento, elevandosi in dolci echi melodici spesso filtrati elettronicamente.
I quasi 25 minuti scorrono via in un tappeto di sonorita' abbastanza omogeneo con l'elettronica soffusa a fare da struttura portante alle composizioni, nelle quali si intrecciano campionamenti di vari tipi di strumenti.
Il CD si apre con la liquida "Pink Shell", proseguendo con "William, It Was Really Nothing" che rimbalza tra drum machine e campionamenti di archi.
Se "California Uber Hull" fa un po il verso a Tear Drop, in "Sarah Way" il ritmo si fa piu' sostenuto e il basso piu' profondo mentre la parte strumentale si basa su un gioco di tromba e campionamenti vocali.
Splendido il duetto tra voce maschile e femminile di "Lez Love" tra dissonanze e melodie; il percorso si chiude con "Looptzlah" vagamente ispirata ai Morcheeba.
Nonostante la scelta stilistica dei Mono corra il rischio di incappare in confronti molto impegnativi, la validita' della proposta riesce brillantemente ad evitare il "...gia sentito", riuscendo tutto sommato a imporre una propria personalita'.
Un lavoro degno di essere ascoltato molto attentamente, magari con una cuffia, sdraiati e al buio.
Altamente consigliato per chi ha capito di cosa si tratta!
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La recensione Monow di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-10-11 00:00:00
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