Strana città Treviso. Da una parte una delle più abiette classi politiche esistenti sul globo terracqueo, dall’altra un Centro Giovani, diretta emanazione dell’Assessorato alla condizione giovanile, che da più di dieci anni continua a proporre l’appuntamento con “Ritmi globali europei”, uno dei più classici ed affermati festival rock della penisola. Sin dalle sue origini ponte lancio per più di una band, la manifestazione è cresciuta con il tempo, soprattutto dal punto di vista della qualità. Non è un caso che anche l’edizione del 2002, immortalata in questo cd che ne riprende dal vivo i vincitori, sia stata prodiga di cose più che discrete.
Piuttosto bravo, ad esempio, Il Combo Farango con le atmosfere jazzate proposte in “Pasqualino Viandante”, condito da una invidiabile verve teatrale; sarebbe un pezzo addirittura memorabile se non fosse per la pretenziosità del testo, inutile accozzaglia di termini internazionali. Intenso anche “Mamma schiavona” che, a differenza del pezzo da studio, termina con una dichiarazione d’amore alla cultura della pizzica. Molto più che sufficienti i ragazzi bolognesi, peccato che non tutti si siano accorti di loro. Maggiormente classici i Topi Muschiati, artefici di un efficace rock venato da forti accenti elettronici, accompagnato da un’attitudine lo-fi e da testi interessanti e per nulla scontati. I Laura Mars, invece, si muovono nell’ambito di un pop etereo e sognante, dominato dalla voce di una ispirata Laura Rebuttini; interessante la scrittura, anche se un pizzico di energia in più non farebbe male. Tra transe e sperimentazione elettronica i Didjeritam, virtuosi del didgeridoo ed autore di un pezzo non esattamente convenzionale, giocato tra versi animali e richiami all’Africa, tutto sommato noiosetto alquanto. Lele Croce propone un pezzo solo per voce e relativo eco, con l’aggiunta di una chitarra acustica, ed il risultato è spiazzante, tanto da invocare un interrogativo: “Angeli” è un capolavoro o una sonora puttanata? La seconda ipotesi sembra quella più probabile, anche in virtù di un testo imbarazzante. Alberto Boni è un rockettaro impenitente, bravo ad esprimere al meglio un’energia per nulla nascosta ed esibita senza incertezze di sorta.
Chiudono il disco Radiofiera ed Estra, che a “Ritmi globali europei” si sono fatti le ossa: anche loro rigorosamente dal vivo e, a quanto sembra, al massimo della forma. Due band che nella loro città, nonostante tutto, hanno trovato l’humus ideale per crescere e maturare.
E qualcuno ha persino imparato ad abbaiare! Alla faccia di Gentilini e della sua ghenga.
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La recensione Ritmi globali europei 2002 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-17 00:00:00
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