Tutto bello, ma che ne sarà de L'Orso dopo Cosmo?
L'Orso si muove, L'Orso si sposta. Questo è un disco che parla di spostamenti, quelli belli e quelli inutili, si spostano le persone verso i luoghi, si spostano anche i livelli musicali, vanno su e giù.
Terzo capitolo discografico dei milanesi L'Orso, che per l'occasione si fanno aiutare nella produzione da Marco "Cosmo" Bianchi e la cosa è molto evidente perché in gran parte della tracklist di "Un luogo sicuro" ci sono i campionamenti vocali, i beat e le atmosfere sintetiche ariose che hanno caratterizzato l'opera prima del frontman dei Drink To Me: il transfer è stato compiuto senza remore di nascondersi.
Con un timbro così marcato sulla fronte, Barro e soci raccontano le turbe interiori e non, del restare o andare, l'eterna lotta fra l'avere e il dare, rapportata all'importanza dei luoghi e al loro valore, gli spostamenti appunto. C'è chi la casa la sa trovare dappertutto e chi invece si perde anche in ascensore. L'Orso sguazza in un bicchiere d'acqua come fosse una piscina olimpionica. Del precedente lavoro si sente la voglia di spingere verso suoni più sicuri e netti, l'elettronica finalmente svuotata quasi del tutto dall'impronta twee del primo disco, le chitarre quando ci sono sono forti e pulite, le parti cantate sono in percentuale più melodiche e meno parlate.
Movimenti di pensieri e di pesi, i nove brani di quest'album si affidano a poche ma assodate sicurezze: la frivolezza con cui si esprimono certi concetti diventa una calda coperta, alternato ad un coretto stile Bananarama:"non posso stare insieme a te se parti", è l'ipnotico ritonello di "Essere felici qua", difficile dimenticarselo, è così banalmente vero. Gli spostamenti si fanno per un motivo ben preciso: "Saluto i miei amici e parto / un luogo vale un altro / saluto i miei amici e parto / anche stavolta rimango". Basi sintetizzate che talvolta, come in "L'uomo più forte del mondo", si scaldano con una chitarra funky e un andamento da videgioco anni '90, come gli scratch di Dj Dust che portano tutti al CAP 90210. L'apice si raggiunge con "Sparire qui", l'andamento spezzato che accelera freneticamente nel ritornello rompe la monotonia e la composizione di chitarre e tastiere è vincente, e finalmente si esce dal retorico con un testo vagamente poetico. Sì ok il viaggio, il movimento fisico che poi è quello interiore ma alla fine si sta bene a casa, solo lì ci si sente al sicuro. Filosofia molto italiana, molto chiusa, o forse necessaria e inesorabile dopo essersi persi troppe volte?
"Un posto sicuro" è un disco deciso, la produzione di Cosmo ha portato chiarezza negli intenti e un buon risultato pop, c'è da capire se questa forte caratterizzazione a livello sonoro non sia un'arma a doppio taglio: che ne sarà de L'Orso post intervento del musicicsta di Ivrea? Nuovi spostamenti in vista.
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La recensione Un luogo sicuro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-04-19 00:00:00
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