I Poiesis non sono i primi, (né saranno gli ultimi) a cimentarsi in un'impresa quanto meno improba: suonare il cosiddetto 'prog - metal' senza sembrare ripetitivi. O meglio, senza sembrare degli sbiaditi cloni dei Dream Theater, il gruppo che più di ogni altro si è identificato con questo genere, contribuendone al successo, ma anche al decadimento.
La domanda che bisogna porsi ascoltando queste cinque tracce è dunque: "Riescono i cinque componenti dei Poiesis a risultare freschi, innovativi, non scontati?".
La risposta è purtroppo negativa, anche se solo in parte: il quintetto risulta indubbiamente derivativo, suoni e idee sono direttamente riconducibili a quelle dei Theater, anche se con risultati dal punto di vista tecnico più modesti.
Intendiamoci, il confronto è improponibile quando i termini di paragone sono degli autentici mostri, e infatti in valore assoluto la tecnica dei Poiesis è più che sufficiente.
Inoltre, altro punto a loro favore, i cinque sembrano non voler debordare, pur avendone la possibilità, evitando l'esibizionismo comune a tanti altri gruppi del genere.
Gli assoli ci sono eccome, certo, e non poteva essere altrimenti dacché parliamo di metal - prog, ma non vanno mai sopra le righe, non scadono mai in quei detestabili esercizi di stile, autoreferenziali e all'insegna della velocità e dell'ipertecnicismo, ascoltati tante altre volte.
In sintesi, il tentativo dei Poiesis non raggiunge dei risultati poi così malvagi, sicuramente si è sentito di peggio.
Risultati sui quali purtroppo pesano una vocalità non sempre all'altezza, dei testi ben poco originali, e una produzione casalinga che, pur non disprezzabile, ha certamente dei limiti.
Merita invece una nota di merito l'artwork, molto ben curato.
---
La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-21 00:00:00
COMMENTI