Vincenzo Monti e` pop. La sua musica e` semplice, melodica e facilmente godibile e anche nei fogli di presentazione la Polydor lo sottolinea: melodia e semplicita`. Ma non aspettatevi un prodotto grezzo, tutt'altro. Qui c'e' musica pop, semplice nel senso che e' facile da ascoltare e da intuire, ma gli arrangiamenti sono ricchi e curatissimi, ineccepibili. Musiche ben fatte dunque, ma forse un poco lontane dal pubblico di Rockit: alcuni brani potrebbero stare nei dischi di Marina Rei ("L'infinito") o di Nek e potrebbero essere delle hit radiofoniche. Anche nei testi spesso prevale la semplicita` che talvolta diventa banalita`, ma ci sono anche alcune canzoni con un certo spessore, prima tra tutte "sottovoce" che e` diventata anche il singolo tratto dell'album. Il testo e` tra il malinconico e il sereno, la musica e` pacata e dolce... una chicca, 4 minuti di calma nel casino della citta` di Milano. Bella anche la prima traccia "e` gia` qualcosa", pop-rock melodico pieno, che corre via liscio, il testo parla di come la citta` ci costringa a degli schemi di vita per i quali alla fine perdiamo la nostra identita` e diventiamo "uomini da metro`". Tutto l'album e` farcito di due temi: l'amore-sentimenti e la solitudine-citta`. Quando parla d'amore Vincenzo si allinea alla totalità della musica italiana, di poco più in su dei clichè sanremesi e puramente pop, ma nelle altre canzoni ha colto alcuni aspetti della citta`, mettendo in evidenza l'alienazione e la frenesia e quindi il necessario desiderio di staccare la spina per un po' e lo strano, ma vero, concetto che "per stare davvero soli devi andare in centro".
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La recensione Oceanima di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-10-11 00:00:00
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