La proposta dei Blaze ci riporta molto indietro nel tempo: le sonorità sono quelle tipiche di fine anni' 70 - inizio '80, il periodo della transizione dall'hard rock all'heavy metal vero e proprio.
Tanto simili i Blaze ai gruppi di quel periodo, anche nei dubbi e nelle indecisioni: seguire la stella polare dei Deep Purple, o abbracciare sonorità più heavy, à la Iron Maiden?
La scelta si complica laddove, nei momenti più 'lirici', i nostri sono attirati da una terza via, fatta di riferimenti e suggestioni vagamente 'epic'. Il nodo alla fine non viene sciolto, e il disco ne risente: sembra mancare una scelta precisa, si rimane in bilico.
Scelta ugualmente irrisolta quella della tipologia dei brani, dove quelli più movimentati e vigorosi sono sicuramente più convincenti, mentre meno comprensibile è l'altrettanto ampio spazio dato a delle ballads che rischiano spesso la noia dopo un paio di minuti di ascolto.
Determinante per questi effetti l'attitudine del cantante, molto più a suo agio nei frangenti dove sviluppa i suoi toni più acuti, che non nelle parentesi in cui si esibisce in toni più profondi e 'melodrammatici'
Una produzione efficace (comunque non esente da pecche), supporta un apparato di idee e suoni apprezzabili pur nella loro 'derivatività'. A mancare è un obbiettivo preciso verso il quale indirizzare questi sforzi; forse c'è solo bisogno di raccogliere un pò meglio le idee.
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La recensione Beyond the Infinite di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-21 00:00:00
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