Un disco vivo, intenso, che cattura l’attenzione sin dal primo ascolto
No, non è un esordio, ma è come se lo fosse in qualche modo. Tra le pagine del curriculum vitae di Andrea Carboni appaiono già tre album più un paio di EPepil primo dei quali (“L’Amore manifesto”), uscito nel 2005. Due lustri abbondanti, tanta acqua passata sotto i ponti anche se, in realtà, avevamo capito tutto sin dall’inizio: di talento ne circolava a profusione sin da quel lontano 2005, bastava solo trovare il momento adatto per metterlo a fuoco.
Con “La rivoluzione cosmetica” ecco la svolta. Banalmente, potremmo definirlo il disco della maturità artistica. Senza dubbio quello più ispirato, il più consapevole, il più omogeneo. Tiro, forza energia, muscoli, pulsazioni indie-pop rinvigorite da tessiture chitarrose a tratti nervose, che prendono lezioni dagli anni ’90, riattualizzandoli. Otto canzoni tra le quali non si fa fatica a scovare tracce degli Scisma, della prima Cristina Donà, di Moltheni. Al netto di qualsiasi confronto, accettabile o meno che sia, a provare a mettere d’accordo tutti è una tensione emotiva figlia di un song-writing piuttosto maturo, in grado di esaltare la complessità compositiva della title-track o la contagiosa vivacità di “I non giovani”, se non le angolature pop di “L’amore giapponese” o le delicatezze (fino a un certo punto…) di “Domani no”. Applausi convinti anche per la ricercatezza confluita nei testi, animati da un ermetismo diffuso, e per l’immagine di copertina, presa in prestito da un disegno di Paolo Fresu (il pittore, non il musicista).
“La rivoluzione cosmetica” finisce per rivelarsi un disco vivo, intenso, che cattura l’attenzione sin dal primo ascolto. E per Andrea Carboni c’è una ripartenza da tenersi stretta. Attenzione, però, a non paragonarla a un reset.
---
La recensione La Rivoluzione Cosmetica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-04-15 10:00:00
COMMENTI (1)
gran bel lavoro abbiamo fatto caro Andrea!