Punch&JudyLa cura migliore2004 - Rock, Grunge, Alternativo

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Buona la proposta di questo trio romano: non siamo in presenza di un gruppo alle prime armi ma di musicisti con interessanti esperienze al loro attivo, consapevoli dei loro mezzi e capaci di presentare, con il disco d’esordio, materiale caratterizzato da una certa maturità e, fatto che più conta, da una certa urgenza espressiva.

È positivo poi il fatto che questo “La cura migliore” mostri una notevole cura negli arrangiamenti e nella produzione, che bene sostengono le 12 (+ 1) canzoni in scaletta, le quali si muovono con andamenti a volte più rock e incisivi (“Perso”, “L’egocentrico”), a tratti più da ballad (“January”) se non addirittura intimisti e cantautorali (“Il mestiere di vivere”) in uno spazio musicale di respiro internazionale, ai cui confini potrebbero stare artisti quali, sicuramente, Jeff Buckley, probabilmente i Muse e forse qualcosa della ‘nuova’ scena pop-rock inglese. Testi sicuramente sentiti e autentici, ‘esistenzialisti’ al punto giusto, sebbene in qualche caso rasentino, per stile e tematiche, la caduta nel ‘già troppo detto e sentito’.

Non mancano però pecche nell’opera prima dei Punch & Judy: qualche episodio meno riuscito (che vista la durata notevole del disco poteva anche essere lasciato fuori), una certa mancanza di omogeneità fra i brani in italiano e quelli in inglese, il rischio, seppure solo accennato, di derive francescorenghiane in alcune sonorità e in alcuni cantati.

Nonostante i limiti riscontrati, l’impressione finale è sostanzialmente positiva, specie perché il disco si conclude con una ghost track che, a opinabile giudizio di chi scrive, è il pezzo migliore dell’album: lenta, scura, notturna, con un bel testo e una interessante produzione, perfetta sintesi di sonorità elettroacustiche, melodia ficcante e suggestioni elettroniche vintage.

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La recensione La cura migliore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-23 00:00:00

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