Il confine che separa l'arte sperimentale dalla presa in giro è il luogo in cui spesso nascono le produzioni della Wallace. Il suo catalogo ormai è patrimonio storico della cultura musicale indipendente. A dare ulteriore impulso all'attività dell'etichetta è stata la dipartenza di Xabier Iriondo dagli Afterhours. Da quando l'estroso chitarrista è libero di esprimere le sue schizofrenie compositive, i progetti sperimentali che lo vedono partecipe si sono moltiplicati. La Wallace non se ne perde uno. Stavolta tocca ai Polvere, dinamico duo di maniaci d'avanguardia, di cui uno è Xabier e l'altro Mattia Coletti. Due robivecchi che aprono un vecchio magazzino e registrano tutto quel che accade mentre si spostano al suo interno, completamente al buio. Così, urtano vecchie chitarre scordate. Fanno cadere barattoli. Accendono radio difettose e vecchi megafoni. Spaventano topi e pipistrelli. Spostano pentole, cacciaviti, lampadari. Soffiano su ragnatele e polvere. Un viaggio minimale in una storia senza colori. Totalmente alla deriva di suoni senza luce e movimenti scoordinati. Tra follia contemporanea e pura presa per il culo.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-23 00:00:00
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