TAC!, incrocio di molteplici sonorità a connotazione rock
Tante collisioni di rock presenti all'interno del primo album "TAC!" de i Crasti. Il disco e le tracce scorrono senza volerlo, spesso anche senza rendersene conto. È un buon segno.
Alternative rock di partenza in "Ti prendi gioco di me": basso cupo e tronco, chitarra distorta e squillante che nell'assolo ricorda vecchie sonorità in stile Dave Navarro irrobustite nel finale dal sax. Intro ingannevole nella seconda traccia, "Istanbullo", non di stampo rock, infatti, ma più elettronico. Si tratta solo di un breve stacco però perché la strofa è impregnata di tanto indie rock, quello classico degli anni 2000. Il ritornello è molto melodico e orecchiabile, pop rock, altra sonorità insomma. In due sole canzoni se ne possono raccogliere già un bel po' di stili.
Piacevolissimo l'inizio un tantino struggente di basso e chitarra del terzo pezzo, "Cervello". La chitarra è adesso però cambiata, nel ritornello si è evoluta di tinte gothic metal, forse un minimo attingente da vecchi lavori dei Lacuna Coil. Fine del pezzo con tastiera in bella evidenza che porterà ad un successivo cambio.
L'allaccio iniziale di "Una settimana di mare", infatti, riporta un po' alla fine degli anni '70 o inizio degli '80. Il sax di Matteo Haenen che subito segue all'intro, e che continua nel finale, cambia poi tuttavia i connotati allo stile del pezzo ancora una volta. Quante possibili diverse influenze si son potute raccogliere sino ad ora nell'ascolto? Tante, ma manca qualcosa, qualcosa che spesso è presente in tanti album rock, quelli che certi chiamano ballad. In "TAC!" questa potrebbe essere "Miocardi". La nota forse un pizzico più dolente di questa canzone, ma anche di altre tracce, è il testo che non brilla spesso di tantissima originalità. Fa eccezione in questo discorso ad esempio "C.V.". Non a caso l'argomento affrontato in questa canzone si distacca da tutto il resto raccontato in precedenza: la difficoltà del giovane di oggi nel marasma del mondo del lavoro. Dal punto di vista musicale, invece, interessante è in "C.V." la contrapposizione tra chitarra un pizzico hardcore ed il sax sfumato di jazz.
Ultima collisione di stili: il funk. Tac allora: indirizzarsi su "Cartesio" come pezzo, ne basta ascoltare la linea di basso. Beh, in definitiva, è soddisfacente il risultato raggiunto da i Crasti, buona la prima marcia innestata con questo album.
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La recensione TAC! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-05-24 09:00:00
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