“I cover my days with the color I want”. Il colore di cui pare rivestita la musica di Marco Rossi è l'evanescente, lattiginosa tinta di un'alba intravista fra le palpebre assonnate dopo una notte di quelle in cui succedono un sacco di cose, fosse anche solo nella nostra testa. E dopo tanti pensieri, parole, decisioni, riflessioni e sigarette, si affaccia la luce, ancora incerta se trasformarsi in azzurro o in grigio, e suona una canzone allo stesso modo sfumata e lo-fi. Una canzone che somiglia alle canzoni di Ed, gentili, acquerellate. Vedute di orizzonti oceanici e skyline di città patria di cantautori fragili, romantici e perplessi osservatori e narratori di questi strani tempi moderni.
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