Disco folk dall'anima bifronte tenuta insieme dall'intensità del live
Unire la cura di un disco in studio e l'immediatezza di un live non è cosa facile, ma rappresenta la forza motrice dell'ultima fatica di Threelakes, cantautore lombardo che dal 2012 occupa un posto di rilievo nel panorama folk italiano. Il titolo dell'album, "Folk The Casbah - A Live Record", fa riferimento al concerto tenutosi al La Casbah di Pegognaga, Mantova, locale in cui il live viene registrato, ma un ulteriore e forse fortuito riferimento va alla struttura architettonica della casbah araba, intricato groviglio di strade, vicoli, torri e feritoie che riflettono perfettamente la complessità intertestuale del disco. La scelta della registrazione dal vivo risponde a una precisa necessità artistica, che tenta, e riesce, di rendere le canzoni il più dirette e incivise possibile, come se le sentissimo per la prima volta nel momento della loro creazione. Anche il termine folk nel titolo del lavoro non tradisce la sua posizione d'apertura, che identifica con ampia precisione la strada percorsa da Threelakes, che assorbe e rielabora la lezione del cantautorato statunitense, primi su tutti Townes Van Zandt e Dave Van Ronk.
Il cuore di Threelakes è Luca Righi, che mette in questo concerto tutto il bagaglio di conoscenze, impressioni e suoni raccolti durante tre anni di incessanti performance in giro per l'Italia. La registrazione di "Folk The Casbah - A Live Record" risale al novembre 2015, mese che si accorda perfettamente con il mood dei pezzi, intrisi di una sorta di malinconia tardo-autunnale che fa venir voglia di raggomitolarsi sul divano a guardare le gocce di pioggia che scorrono sul vetro delle finestre, in perfetta contemplazione del nulla e del tutto. Non c'è dubbio sulla profondità e sull'investimento umano di Righi in questa cristallizazione di un attimo perfetto, quello in cui l'ideazione si fa concretezza, in cui tre anni di pellegrinaggio riescono a mettere radici su un palco e nella testa degli acoltatori, rapiti nell'intreccio di destini e sensazioni che i 10 brani del disco riescono a offrire.
"Folk The Casbah - A Live Record" suona in maniera incredibilmente semplice e pulita, con la voce grave di Luca accompagnata dalla chitarra elettrica e dall'armonica come in "Burrow" e in "Dee Dee", oppure dalla sola chitarra, che indulge in leggeri arpeggi o in radi agglomerati di suoni, che riescono comunque a sostenere la linea vocale con sorprendente corposità. I riferimenti al folk americano continuano con "The Lonesome Death of Mr Hank Williams", riferimento allo storico cantautore country che con la propria musica aveva abbandonato lo spendore glamour dello showbiz anni '50 per raccontare la vita di persone vere con problemi veri, diventate terribilmente reali soprattutto dopo la discesa agli Inferi di Williams a causa di droga e alcool. Etereo e materico si rincorrono nella performance di Threelakes, donando al disco un'anima bifronte tenuta insieme dall'intensità del live.
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La recensione Folk The Casbah - A Live Record di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-21 09:40:00
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