Mi sono già imbattuto nei Tanake, per la precisione quando ho recensito la compilation della Wallace, “P.O. Box52”. Devo dire che al tempo non ero rimasto particolarmente colpito dalla loro proposta, ma questo cd è invero molto più interessante. Innanzi tutto va segnalata la bellissima confezione, una scatola di cartone ben curata che è quasi un peccato dover aprire visto che occorre rompere un sigillo. All’interno, oltre al cd, si trovano foto simil-polaroid, carta velina, booklet e quant’altro.
Quando finalmente si inserisce il disco nel lettore si percepisce subito l’ambito in cui operano i Tanake, l’improvvisazione strumentale al confine tra jazz e rock d’avanguardia. Qualche nome come direttiva: Storm and Stress, Albert Ayler, Henry Cow, John Zorn… La costruzione dei singoli brani si riduce a sessioni strumentali in cui ad emergere sono soprattutto i frammenti, i quali si accumulano caoticamente alla ricerca di un senso. Il più delle volte si tratta di musica cacofonica, spesso claustrofobica, schizofrenica, in bilico tra sfuriate strumentali (“Road Map”, “Barone Leopoldo Von Masoch”) ed episodi al limite della narcolessia (“Quieta rivoluzione”). A tratti emergono sensazioni emotivamente distanti, ad esempio in "Phosgene tank", brano che, a livello superficiale sembra una cover dei Joy Division, ad un ascolto attento lo sembra ancor di più.
Sia come sia, con questo cd, i Tanake si inseriscono di prepotenza nel pur folto panorama post-rock italiano, dimostrando ulteriormente come da queste parti certe sonorità trovino la loro dimora ideale.
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La recensione Reazioni pilomotorie di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-24 00:00:00
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